Rispondendo all’appello delle rivoluzioni arabe e per la libertà della Palestina, più di 50.000 persone da tutto il mondo si sono ritrovate nel Campus Universitario di El Manar a Tunisi dal 26 al 30 marzo 2013 per partecipare al 12° Forum Sociale Mondiale. Oggetto: discutere e decidere iniziative su un ampio insieme di questioni che toccano il nostro pianeta: dalle attuali rivoluzioni arabe alle lotte palestinesi, dalle lotte contro dittature, colonialismo, razzismo e a sostegno dei popoli indigeni e i diritti sulla terra in tutto il mondo; contro le guerre e la globalizzazione imperiale, dal sostegno ai diritti dei migranti ai diritti delle donne e la differenza di genere, fino alle questioni ambientali. 4,500 organizzazioni hanno promosso circa 1612 seminari, gruppi di lavoro e altre attività fino alle 30 assemblee finali “di convergenza”. Inoltre si è tenuto un Forum dei parlamentari, con circa 70 partecipanti. Tende tematiche e stands informativi vari erano sparsi per tutto il campus, mentre circa 1800 giornalisti hanno riferito su questo evento globale plurale. Tutto è stato reso possibile grazie all’impegno di quasi 10.000 giovani volontari tunisini che, sull’onda della loro rivoluzione, ancora in corso, hanno colto questa opportunità unica per interagire con persone da tutto il mondo che credono che un “altro mondo è possibile”.
Sebbene la Palestina sia sempre stata ai primi posti nella agenda dei Forum sociali mondiali precedenti, la centralità data alla questione palestinese in questa edizione è stata senza precedenti: a cominciare dalla Assemblea delle donne del 26 marzo, la Palestina era al centro. Dato che la Tunisia è stato il luogo di nascita delle rivoluzioni arabe, questo si può spiegare parzialmente come una sfida contro i regimi arabi dittatoriali dove l’espressione popolare di solidarietà con la Palestina era ampiamente repressa.
Una grande tenda palestinese fungeva da punto di incontro per i palestinesi, per i rappresentanti dei movimenti di solidarietà con la Palestina e per tutti gli interessati. Vicino ad una mostra fotografica e stands per la vendita di prodotti palestinesi, la tenda quasi sempre sovraffollata ha ospitato un buon numero di seminari, incontri tra palestinesi e attivisti di altri paesi e discussioni informali con il pubblico. Il seminario sui prigionieri palestinesi è stato particolarmente affollato con grande partecipazione anche di rappresentanti palestinesi.
La delegazione palestinese era composta da membri del BNC, PARC, la coalizione dei sindacati palestinesi per il BDS, PNGO, Addameer, Ajial, DCI-Palestine, Stop the Wall, i comitati popolari palestinesi, Giovani Palestinesi, Kairos Palestine, il centro donne di Gaza, Ittijah, Aswat, e rappresentanti dell’OLP. Una bella delegazione di giovani palestinesi indipendenti ha mostrato che anche una nuova generazione è attiva e impegnata, spesso critica sulla attuale politica. L’OLP ha organizzato anche la visita di una delegazione internazionale alla storica residenza del Presidente Arafat, a ricordare il legame storico tra Palestina e Tunisia, che per 10 anni è stata il paese sede dell’OLP.
Il Coordinamento europeo ECCP ha partecipato al Forum con 20 rappresentanti di 12 organizzazioni da 8 paesi europei. Inoltre abbiamo lavorato insieme ad associazioni di solidarietà con la Palestina, sindacati, ecc. sia europei che non europei.
Scopo del seminario organizzato da ECCP – “L’esperienza delle campagne europee a sostegno dei diritti del popolo palestinese. Quale coordinamento è possibile tra Europa e movimenti di solidarietà arabi?” – era duplice. Far conoscere le nostre campagne a sostegno dei diritti palestinesi, come organizzazioni facenti parte di ECCP, in collaborazione con numerose organizzazioni palestinesi e movimenti israeliani anticoloniali e anti occupazione. Le attività del coordinamento europeo sono orientate dal principio della autodeterminazione del popolo palestinese, rispetto del diritto internazionale e varie campagne, tra cui lacampagna BDS.
Tra i partners palestinesi intervenuti nel seminario con circa 75 partecipanti, ci sono stati Rafeef Ziadah (Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions National Committee – BNC) che ha parlato del ruolo cruciale della campagna, Abdallah Abu Rahmah (coordinatore dei comitati popolari di lotta) che ha parlato delle proteste settimanali a Bil’in e in vari villaggi e anche della costruzione dei “nuovi” villaggi Al Shams e Al Karama, della partecipazione dei movimenti internazionali di solidarietà e della violenza usata da Israele nei loro confronti e Randa Wahbe (Addameer) ha presentato la campagna per i prigionieri palestinesi, lanciata il 17 aprile.
Altri temi sono stati presentati da varie organizzazioni di ECCP con altre campagne, come quella per la messa al bando dei prodotti delle colonie, delle sanzioni contro Israele, di missioni civili in Palestina, della Freedom Flotilla di Gaza e altre.
Il secondo obiettivo del seminario era discutere la collaborazione con organizzazioni arabe. La campagna BDS ha attirato l’attenzione di partecipanti di vari paesi arabi, dato che il concetto di BDS è quasi nuovo nel mondo arabo.
Si è detto che la campagna G4S offrirebbe una buona possibilità di collaborazione, dato che è una delle aziende complici dell’occupazione israeliana, presente sia in Europa che nel mondo arabo. Inoltre potrebbe collegarsi con la campagna per i prigionieri politici dato che la G4S fornisce le attrezzature per la sicurezza nelle prigioni israeliane e di controllo in generale, anche riguardo agli attivisti nel mondo.
Oltre al seminario di ECCP molti altri erano stati organizzati da varie associazioni, su BDS, sul Russell Tribunal Palestine e su come portare Israele di fronte alla Corte penale internazionale, sulle attività sindacali e i diritti dei lavoratori palestinesi, sulla Freedom Flotilla, e campagne contro diverse aziende e di solidarietà con la Palestina in genere.
La Assemblea conclusiva di convergenza, molto partecipata, è stata introdotta da Pierre Galand, presidente di ECCP, e i partecipanti sono intervenuti per proporre i punti da inserire nella dichiarazione finale. Il mattino successivo, dopo una lunga e animata discussione nella tenda palestinese, tra delegati palestinesi e rappresentanti delle varie organizzazioni di solidarietà internazionale, il testo è stato definito tradotto e stampato in inglese francese arabo per la distribuzione nella manifestazione del pomeriggio.
Con lo stesso spirito di solidarietà internazionale presente in tutto il Forum, ancora una volta la Palestina è stata centrale nella manifestazione finale del primo Forum sociale mondiale del mondo arabo. La manifestazione conclusiva il 30 marzo ha avuto luogo nel giorno della terra, la commemorazione annuale della uccisione di sei palestinesi che nel 1976 protestavano contro la confisca israeliana di terra palestinese.
Più di 15,000 persone si sono incontrate nella emblematica Habib Bourguiba Avenue – epicentro della rivolta tunisina del 2011 da cui la primavera araba si è diffusa in tutto il mondo arabo. Con una gigantesca bandiera palestinese in testa e centinaia di piccole bandiere distribuite ai partecipanti che cantavano “terra libertà dignità”, la marcia ha attraversato il centro e si è conclusa di fronte all’ambasciata palestinese.
In conclusione possiamo dire che il Forum mondiale di Tunisi è stata una esperienza eccezionale! Perché si è svolto nel cuore della rivoluzione araba e per la grandissima solidarietà con la lotta palestinese per libertà e giustizia. Molti nuovi contatti sono stati stabiliti ed esplorate nuove idee. Abbiamo bisogno di seguire da vicino i cambiamenti che avvengono in Palestina – nella società civile e tra gli attori sociali e politici – per poter agire nel modo più efficace possibile. Anche lo stabilire o rafforzare i legami con gli attori sociali nel mondo arabo dovrebbe essere visto come una priorità, come anche verificare la possibilità di una campagna comune contro la G4S. Questi sono alcuni dei compiti che abbiamo di fronte per il prossimo futuro, partendo dal guadagno acquisito con la nostra partecipazione al FSM di Tunisi 2013.