Più di 250 organizzazioni europee, gruppi religiosi, partiti politici e sindacati hanno emesso una dichiarazione per chiedere giustizia e senso di responsabilità da parte della UE e degli stati europei, poiché il 2017 segna:
- 100 anni dalla Dichiarazione Balfour, in cui il governo britannico prometteva unilateralmente la fondazione di una casa nazionale ebraica in Palestina;
- 70 anni dal Piano di Partizione ONU del 1947, in cui si assegnava ai coloni ebrei il 55% della Palestina, malgrado possedessero solo il 6% della terra, violando il diritto all’autodeterminazione dei Palestinesi e scatenando la Nakba, cioè l’espulsione di oltre 750.000 nativi palestinesi costretti a un precario e pericoloso esilio;
- 50 anni dall’occupazione israeliana della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, Gaza e il Golan Siriano, seguita dalla costruzione di insediamenti per soli ebrei, cosa che tutte le nazioni –con la sola eccezione di Israele– considerano illegale secondo la legge internazionale e crimine di guerra secondo la Convenzione di Ginevra.
Questi anniversari ci ricordano che le potenze coloniali sono responsabili di aver prodotto la situazione disastrosa che dura a tutt’oggi, violando i diritti del popolo palestinese, la legge internazionale e le risoluzioni dell’ONU.
A 100 anni dalla dichiarazione Balfour, Israele continua a espandere il suo progetto coloniale in terra palestinese. Come risultato di ciò, oltre 7 milioni di Palestinesi rimangono in esilio e vedono negato il loro diritto al ritorno –che pure è sancito legalmente,– mentre altri ancora vengono trasferiti forzatamente ogni giorno. La Gran Bretagna e altri stati europei non solo continuano ad evadere le loro primarie responsabilità per la colonizzazione della Palestina, ma continuano ad avere una complicità attiva nelle ricorrenti violazioni israeliane della legge internazionale e dei diritti umani.
Non si raggiunge giustizia se non si riconoscono i fatti della storia!
I firmatari della dichiarazione si appellano all’UE e ai suoi stati membri affinché cessino ogni complicità con le perduranti attività di insediamento di Israele e chiedono un’immediata cessazione del blocco alla Striscia di Gaza, libertà di movimento per i Palestinesi, uguaglianza per tutti i cittadini israeliani, rispetto del diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi, e chiedono di prendere serie misure a carico dello stato di Israele, tra cui la sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele, fintanto che quest’ultimo continua a violare la legge internazionale e i diritti umani.
Inoltre, i 250 e più firmatari si impegnano a moltiplicare le loro attività di pressione sull’UE e gli stati europei affinché cessi la loro complicità con le violazioni israeliane dei diritti palestinesi.
Potete leggere QUI il documento completo.
Per ulteriori informazioni o per sostenere la campagna, consultate: www.eccpalestine.org.
A cura di Assopace Palestina (firmataria del documento)